Come già sanno gli affezionati (vedi "Cronache di Narnia - prima e seconda parte" ottobre 2008), quando l'Evento si fa storico la vostra casalinga è là, pronta a darne fedele resoconto. Ecco quindi il dietro le quinte della visita-lampo di Monty Python in Cina:
Venerdì 30 aprile:
-Il nostro capo del governo atterra a Pechino. Coerentemente con la politica di sobrietà e rigore da lui inaugurata, rifiuta l'auto blu che lo attendeva a bordo pista per fare l'autostop. Imbarazzo del seguito. Tocca svegliare Passera in Italia che gli mandi un sms assicurandogli che il costo della benza è a carico dei cinesi, altrimenti era ancora là al terminal 3.
-Arrivo in Ambasciata. Coerentemente con la politica di sobrietà e rigore eccetera, invece della tradizionale cena con i rappresentanti della comunità italiana locale verrà servito un segno di benvenuto come sugli Eurostar (salviettina umidificata, bustina di salatini o di biscotti a scelta, bicchiere d'acqua naturale, se si vuole con le bolle c'è un supplemento di 50 centesimi a carico dell'ospite).
-Incontro con la stampa. Monty chiede il rilascio del prigioniero italiano rapito dai maoisti senza condizioni. Imbarazzo del seguito, gli si spiega che quello è in India, di maoisti qui c'è rimasto solo l'imbalsamato.
-Primi scambi sulla politica economica. Monty scopre che qui i sindacati sono a destra dei datori di lavoro e picchiano gli operai se non sono abbastanza produttivi, che non esiste alcun sistema previdenziale statale e tanto meno sanitario. "E' ora che l'Occidente la smetta di demonizzare il comunismo e anzi, ne tragga ispirazione" dichiara pubblicamente. In privato alla sua addetta stampa: "Ma come, a me per molto meno danno del destrorso asservito alle banche, ennoneggiusto, però!"
Venerdì 30 aprile:
-Il nostro capo del governo atterra a Pechino. Coerentemente con la politica di sobrietà e rigore da lui inaugurata, rifiuta l'auto blu che lo attendeva a bordo pista per fare l'autostop. Imbarazzo del seguito. Tocca svegliare Passera in Italia che gli mandi un sms assicurandogli che il costo della benza è a carico dei cinesi, altrimenti era ancora là al terminal 3.
-Arrivo in Ambasciata. Coerentemente con la politica di sobrietà e rigore eccetera, invece della tradizionale cena con i rappresentanti della comunità italiana locale verrà servito un segno di benvenuto come sugli Eurostar (salviettina umidificata, bustina di salatini o di biscotti a scelta, bicchiere d'acqua naturale, se si vuole con le bolle c'è un supplemento di 50 centesimi a carico dell'ospite).
-Incontro con la stampa. Monty chiede il rilascio del prigioniero italiano rapito dai maoisti senza condizioni. Imbarazzo del seguito, gli si spiega che quello è in India, di maoisti qui c'è rimasto solo l'imbalsamato.
-Primi scambi sulla politica economica. Monty scopre che qui i sindacati sono a destra dei datori di lavoro e picchiano gli operai se non sono abbastanza produttivi, che non esiste alcun sistema previdenziale statale e tanto meno sanitario. "E' ora che l'Occidente la smetta di demonizzare il comunismo e anzi, ne tragga ispirazione" dichiara pubblicamente. In privato alla sua addetta stampa: "Ma come, a me per molto meno danno del destrorso asservito alle banche, ennoneggiusto, però!"