Attenzione: questo post contiene espressioni politicamente scorrette.
Gli uomini che preferiscono le bionde, i cultori del lato b e quelli che sotto la terza non è vero amore sono le uniche categorie maschili relativamente esenti da rischio. Tutti gli altri sono vittime designate della China Girl Syndrome, che colpisce i maschi della comunità expat in percentuali devastanti. Praticamente ogni giorno incrocio coppie e coppiette miste esclusivamente composte da un lui occidentale e da una lei orientale che gli tacchetta a fianco sgraziata (ciabattano e si muovono malissimo tutte). Va detto che qui molto spesso le cinesi sono notevoli: slanciate, esili come giunchi, spesso gran belle gambe (a differenza delle colleghe jappo), visi delicati e dolcissimi, serici e lunghissimi capelli neri. Le CG non manifestano alcun segno di cellulite, non sudano nemmeno a 40°, dimostrano in media dieci anni di meno dell'età reale. Girano in shorts e stivali sadomaso dalla mattina alle nove. Opportuni reggiseni e mutande imbottite riempiono otticamente zone strategiche per lo sguardo maschile. Ovvio che il confronto con qualunque donna occidentale overtwentyfive diventa quanto meno crudele. E non pensiate di cavarvela come la sottoscritta, vestendovi con eleganza e camminando con grazia ostentata. Si sa che all'eterosessuale medio della grazia e dell'eleganza femminile non gliene può fregar di meno, e in generale l'unico pensiero riguardo i vestiti di una donna è come toglierglieli, non negate.
Personalmente dopo il primo periodo di ammirazione sorpresa, di entusiastica sorellanza, di complicità femminile, di cauta competitività, di seccato sarcasmo, sono ormai nella fase dell'esasperazione totale. Insomma incrociare lo sguardo ebete di una cinquantina di maschi al giorno che ti ignorano come fossi un fantasma solo perché sono occidentale alla lunga mina l'autostima, che diamine. Quasi quasi vado a farmi bionda e a imbottire il reggiseno come un siluro. Anzi no, mollo il colpo, compro delle crocks e vado in giro in t-shirt informi ingrassando come una farmer australiana, che liberazione.