venerdì 30 gennaio 2009
Se tanto mi dà tanto.
Sono le 23 e continuano a sparare dalle 7 di stamattina. Considerando che il tutto va avanti da 10 gg, la spesa media per razzi, petardi e fuochi d'artificio dovrebbe ormai aver superato il prodotto interno lordo del Kenya. Non oso pensare a quanto viene destinato alle armi vere.
giovedì 29 gennaio 2009
La vita è sogno (o i sogni aiutano a vivere?)
Mentre fuori infuria la contraerea (è una settimana che sparano razzi e fuochi d'artificio ininterrottamente), finisco un romanzo meraviglioso, "Il sogno della camera rossa" (grazie, Ubu). Trattasi di mattonazzo di oltre 1.000 pagine, scritto intorno al 1760, che descrive minuziosamente la vita quotidiana di una grande famiglia nobiliare, nelle corti di Jung-kuo e di Ning-kuo. Incredibile mix di Recherche, Buddenbrook, Edith Warthon, Tolstoi, Calderòn de la Barca e naturalmente Beautiful, "Il sogno della camera rossa" ha un andamento narrativo tortuoso e modernissimo, contrapponendo gli estenuati ed estenuanti riti quotidiani (lavarsi, scambiarsi visite, sedersi a mangiare, sorvegliare la servitù, organizzare feste e cerimonie) di una società prigioniera di se stessa, al grande vuoto tao-buddista, sola vera illuminazione contemplativa a fronte delle risibili pene umane. Confuso e infelice fra questi due estremi, il giovane Pao-yu è rebel without a cause secoli prima di Jimmy Dean e, naturalmente del giovane Holden. Grandezza e decadenza, ammore, intrighi, scenatacce e suicidi a volontà, il tutto descritto con tale delicata raffinatezza che al confronto Proust sembra un Hell's Angel californiano.
Nota per eventuali aspiranti lettori: è doveroso avvisare che il libro ha tre grossi difetti, due non suoi.
- Non è cucito ma incollato. Su un tomo di questo spessore vuol dire che una pagina su tre vi rimane in mano. Da denuncia penale.
- Numerosi capitoli, in particolare gli ultimi quaranta, "per esigenze di brevità" sono semplicemente riassunti. Il traduttore era stanco? L'Editore pensa forse che abbiamo fretta? Se mi annoio le pagine vorrei saltarle io, grazie.
- Ora non è per voler fare del marketing di fronte all'Arte, ma differenziare un po' di più i nomi dei personaggi non avrebbe fatto un soldo di danno. Voglio dire, si chiamano tutti Chia Chen, Chia Cheng, Chia Ch'in, Chia Chu, Pao-ch'ai, Pao-ch'in, e così via per 450 personaggi. Poi non dite che non ve l'avevo detto.
sabato 24 gennaio 2009
lunedì 19 gennaio 2009
Post-Olympic Winter Games
Al centro di Pechino c'è un laghetto, diviso in due rami, Houhai e Qian Hai. Essendo uno dei pochi angoli pittoreschi della città, è letteralmente preso d'assalto da turisti e locali, che amano passeggiare sulle sue sponde. In inverno gela, e la vostra eroina in vena di sperimentare l'autentica local way of life, si avventura sul ghiaccio infido ostentando sicurezza. Ora non so voi, ma a parte le asettiche piste da centro commerciale, a me il ghiaccio naturale fa venire in mente nell'ordine: Titanic, il primo film del Decalogo di Kiewslowski, e la spedizione di Robert Falcon Scott al Polo Sud. Tutta roba che come si sa va a finir malissimo. Quindi scruto senza parere la superficie cercando di scoprire le crepe assassine che sicuramente si apriranno al mio passaggio (dio, perché a Natale ho mangiato tutti quei pandori?).
Pensando di faticare meno, invece dei pattini scelgo una slitta fatta con due sedioline da scuola fissate a delle lame. Errore: dopo sei minuti sono distrutta perché bisogna spingersi a mano con due racchettine e l'adduttore latita.
Comunque, inspiegabilmente il ghiaccio regge, e la mattinata di puro divertimento anni '50 continua. Anzi, la prossima settimana si replica, tié.
domenica 18 gennaio 2009
Vacanze intelligenti.
La Cina si ferma per ferie. Per il Capodanno 188 milioni di persone hanno acquistato il biglietto del treno e si stanno mettendo in viaggio (più quelli che vanno in aereo, in auto o a piedi, of course). E' lo spostamento di massa più enorme della storia. In realtà volevano partire in 230 (sempre milioni), ma le ferrovie non ce la fanno a emettere più biglietti di così, e quindi sono esplosi casi di bagarinaggio alle stazioni. I supermercati sono presi d'assalto, la gente fa scorte da guerra, non si trovano più taxi (un conducente su tre viene dalla campagna, e quindi torna a casa anche lui). E cominciano a sentirsi continui colpi di cannone: nella patria della polvere da sparo e dei fuochi d'artificio, queste sono solo le miccette preparatorie. Ussignùr, a me già stressava il Capodanno nostrano.
Buoni propositi 09 #3 - risparmiare e basta.
martedì 13 gennaio 2009
Buoni propositi 09 #2 - risparmiare sensi di colpa.
Fare cose anche assurde dandogli una pàtina di razionalità fa sentire molto fiere di sé. Per esempio, io ho fatto un'extension alle ciglia. Invece di vergognarmi di me per aver sprecato tre ore di vita a farmele appiccicare, con un risultato fra Minnie, un manga jappo e "Che fine ha fatto babyJane", ho deciso di puntare su quanto ho risparmiato in mascara la mattina (e in struccanti e dischetti di cotone la sera, vuoi mettere).
domenica 11 gennaio 2009
Buoni propositi 09 #1 - curare il fisico.
Il qi pao è il più famoso abito tradizionale cinese, nonché l'invenzione più sadica nella storia del costume (leggings a parte). Tutte ci si innamora del capetto vedendolo indossato da sensuali ed elegantissime creature nei vari "In the mood for love" ecc. Il mix fra linea severa e accollata e spacchi laterali vertiginosi è, in effetti, irresistibile all'occhio occidentale, estenuato da anni di velinismo smandrappato. Dunque lo si acquista pensando a Gong Li & co., finendo piuttosto per sembrare un salame mal legato: il qi pao evidenzia impietoso qualunque minimo filo di grasso, schiaccia la tetta, segna il fianco e vi fa sembrare al quinto mese di gravidanza se solo pensate di mangiare uno di quei salatini.
Il qi pao è un abito per donne che tendono all'assoluto, cioé masochiste conclamate. Naturalmente Bree ne ha due, noblesse oblige.
giovedì 8 gennaio 2009
Happy ox year!
Naturalmente qui anche le feste sono diverse: come sospettavo "The befan" non è contemplata, mentre stanno per partire le VERE vacanze: il Capodanno cinese, che una volta durava un mese e ora solo due settimane. Via gli alberi di Natale e i santa Claus, ora decorazioni di carta intagliata ovunque e palloncini rossi a gogò. In questo periodo tutti e dico tutti i cinesi tornano a casa e festeggiano in famiglia: immaginatevi una bolgia ferragostana moltiplicata per dieci e forse vi fate una vaga idea. Anno del bue in vista, appena accendi la tv è tutto un muggire di spot. Sarà migliore del coniglio? Facciamo le corna.
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