domenica 10 maggio 2009
Zen interruptus.
Come è fragile l'equilibrio che si pensa di aver costruito qui. Ci si sente forti, ci si applaude mentalmente anche un po' per essere riusciti a crearsi un piccolo mondo di amicizie e di affetti, e poi basta così poco a mandarlo in pezzi: una brutta notizia dall'Italia, un'amica ammalata, un'altra che rientra alla fine del suo incarico, e tutto crolla ricade al centro e si mescola, come tessere di mahjong a fine partita. Azzerare, rimettere in fila, sottrarre, ricostruire ancora una volta, sempre.
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6 commenti:
brutto momento eh? mi dispiace davvero, coraggio
E' cosi'.. io sono riuscita ad acquisire un po' di stabilita' quando ho cominciato a frequentare di piu' la comunita' locale rispetto agli expat del Fermilab.
Ero un po' preoccupata che non scrivevi piu'.. baci
Ciao Mav, bisogna resistere. A me ha portato fortuna... sento spesso gli spot IKEA alla radio e mi ricordano che ora sei in Cina...
Un beso
Ste
forza mavì.
Lo so. E' dura. Vivere da expat è come pattinare sul ghiaccio sottile. Devi riaggiustare continuamente gli equilibri, non pensare al domani e...cercare di essere leggera.
A me riesce difficile.
Non ti leggevo da molto, colpa mia, e adesso sto recuperando il tempo perduto. Mi colpisce sempre come riesci a mettere in parole sentimenti che provo anch'io ma che mi sono piu' chiari dopo aver letto te! :-)
A saltare bruscamente di qua e di la' del confine fra le due vite (quella a casa e quella via di la') ci si fa spesso un po' piu' male che semplicemente a sbucciarsi le ginocchia. Non che uno lo scelga: come dici tu le brutte notizie che riguardano chi ti e' caro sono una fra le cause piu' comuni di bruschi e maldestri salti. Poi ci vuole un po' a rimettersi in sesto. Almeno a me.
Ti abbraccio.
Dani
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