Comunque sono troppo curiosa per darmi malata. Investo quindi una cifra vergognosa per andare da "Eric de Paris" a farmi i capelli (ho sentito che tutte vanno là), spacchetto le perle, mi ripeto come un mantra quanto sono fortunata ad avere un solo vestito da mettermi invece dei soliti tragicomici sta-meglio-questo-o-quello davanti allo specchio e via.
Ah, naturalmente il mio unico paio di collant si è appena sfilato su tutte e due le gambe, ovvio.
L'ambasciata è a Sanlitun, il secondo quartiere diplomatico, un edificio in stile coloniale anni '50, qualunque cosa voglia dire. All' arrivo mi prende il panico: ho le scarpe sbagliate; sono tutte più eleganti di me, a parte alcune carampane in taffetà e velluti cangianti che statisticamente infestano questi ritrovi; non conosco un cane; se anche lo conoscessi, farei sicuramente delle orrende gaffes che causerebbero la terza guerra mondiale. Bree, l'entità demoniaca che mi possiede, sta già dicendo che lei sarebbe rimasta a casa piuttosto che fare un début così disastroso. Finché la vecchia punk che è in me non torna alla luce e lì, sulla porta, capisco che una cosa sola può salvarmi: il metodo Belushi, ovvero la scuola del 'Fanculo-rock'n roll, sostenuta da tutto l'alcool che può capitarmi a tiro.
E funziona! La serata passa indolore, svuoto bicchieri, conosco un po' di gente. Alcuni sono anche simpatici. Ricevo un monte di biglietti da visita, qui usa molto. L'Ambasciatore mi dice benvenuta e fa persino cin-cin con il mio bicchiere, mostrando signorilmente di non dare peso ad alcuni miei post. Un attaché mi attacca un bottone sugli stili architettonici delle ambasciate italiane nel mondo, una gallerista mi parla di una performer coreana. E soprattutto incontro tante persone innamorate di questo paese straordinario, nel bene e nel male. Il che è comunque un bell'auspicio per cominciare a viverci, ammetterete.
5 commenti:
te li sei portati
i biglietti da visita?
s.
sono nei famosi scatoloni, qui me li stanno stampando in cinese
mav, volevo parlarti ma non so più qual è la tua email, mi scrivi?
Ciao ciao,
umberto.bartolini@gmail.com
Ho appena lasciato il link al tuo blog qui: http://pastaenepal.blogspot.com/
lei ha seguito il marito in Nepal. Il mio fidanzato lavora a Ostia... non credo possa allontanarsi di più purtroppo:-)))
mai dire mai, Stefania. Ho appena conosciuto un romano che è qui da quattordici anni (romanista, però)
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