venerdì 11 giugno 2010

Zen & the ladies.

Stamattina per la prima volta riesco ad alzarmi e arrivare al parco a un'ora che definirei mattutina (per i cinesi sarebbe aperitivo pre-pranzo ma insomma, qui siamo in Italia e il fuso orario è diverso).
Mi sento molto mistica e concentrata, oggi, certa che se riuscirò a eseguire correttamente e senza fermarmi l'intera sequenza di tai qi la giornata avrà una svolta positiva e l'intera settimana di stravizi alimentar-mondani svanirà nella ritrovata disciplina zen.
Devo solo svuotare la mente e farmi movimento, respirare, visualizzare le mosse e muovermi armoniosamente nella natura. Devo solo muovermi, respirare, fare gesti rotondi ampi e lenti...
-Scusi, si sente male?
La vecchia signora mi guarda preoccupata e mi ha pure messo la mano sul braccio. Il mio sogno zen è andato a farsi un camparisoda.
-Non sto male, sto praticando tai qi - correggo fulminandola.
-Aaaaah... - fa lei, ma è chiaro che non ha capito. - Mi sembrava che stesse male
-Sto benissimo, sono solo molto concentrata per ricordare le mosse
-Aaah, come il pilates! -al passo coi tempi, la nonna.
La ignoro sdegnosamente e ricomincio a respirare, iniziando un gesto ampio e rotondo, che finisce in modo totalmente goffo su un cane arrivato di corsa ad annusarmi proprio in mezzo alle gambe.
-Scusi, sa - arriva la padrona di corsa, cercando di trascinare via la belva pelosa.
-Sta facendo il tai qi - spiega la vecchietta che si è autonominata interprete e magari pure coach, vai a sapere.
-Che bello, mia cugina fa yoga, dice che le fa tanto bene
Rimpiangendo la mancanza di una katana per farle a fette tutte e due, mi rassegno a sloggiare prima di finire a conteggio calorico e prova costume.
Insomma, ho passato anni in questa città senza che nessuno mi rivolgesse la parola e ora tutti a preoccuparsi della mia salute? Ma che gli è successo ai milanesi? Da socialisti a socializzanti? Mah.

lunedì 7 giugno 2010

Home sweet home.

Il bancomat/carta di credito si è smagnetizzato
La caldaia non funziona. Vano tentativo di farla ripartire e doccia gelata spero almeno altamente tonificante.
La zona sta diventando ztl, quindi la strada è sventrata dalle ruspe e la macchina è rimasta chiusa dentro, suppongo finché la batteria non sia completamente andata.
Per via dei lavori in strada le librerie sono coperte da spettrali teli di plastica e l'intera casa assomiglia alla tomba di Tutankamon, appena più polverosa.
La bici ha il lucchetto arrugginito, dunque non s'apre, oltre ad avere, ovvio, le gomme a terra.
Alla tv sono saltati tutti i canali (ah, già, c'era il digitale terrestre) e si vede solo telenorba.

Mi sa che torno in aeroporto a chiedere asilo politico.

giovedì 3 giugno 2010

Fuga.

Potrei dirvi che eventi improrogabili mi chiamavano in patria, che un matrimonio mi attendeva, che amici virtuali aspettavano il mio arrivo per diventare reali, ma è giusto chiamare le cose con il loro nome: fuga. Sono scappata, letteralmente e vilmente. Ho mollato lì tutti, ho stivato un po' di capetti in una valigia (beh, d'accordo, molti capetti), e sono saltata sul primo aereo in partenza per l'Italia. Non ce la facevo più. Suppongo che la visione di un paio di tiggì renderà nuovamente la Cina un paese desiderabile, ma ora ho una vera crisi da rigetto: sono stanca e mi manca l'aria.