giovedì 30 ottobre 2008

Incontri.

Vorrei potervi dire con nonchalance che ho incrociato Roman Polanski su un divanetto del Suzie Wong. Purtroppo lui c'era veramente ma io no, visto che la sera crollo alle 10 e mi sto perdendo tutta la mondanità locale. Per adesso ho al mio attivo solo Edoardo Bennato e Nanni Balestrini, che inspiegabilmente passavano di qua. 

martedì 28 ottobre 2008

Moralismi

Un mese. Un mese che son qui senza niente e non mi sono comprata nemmeno un capetto, due scarpette, una sciarpina.... Dev'essere la sindrome del "non lavoro-non guadagno-non spendo". Maledizione. Vado ad accendere ceri sotto il poster di Anna-Nicole Smith, magari aiuta. 

Ideodrammi.

E' la mia prima lezione e già sono l'ultima della classe. Il fatto è che per le altre è la seconda, quindi mi sembrano tutte infinitamente più brave e spedite di me. Per giunta la lezione è sui soldi, cioé numeri e soldi, un argomento che non è il mio forte neanche in italiano. Le altre poi hanno un inglese velocissimo e perfetto. Beh, in effetti una è inglese, una texana, la terza è di Bombay e la quarta è svixera (tedesca eh, non sia mai che conosca qualcuno che parli italiano, qui). Una cosa per ora ho capito di questa lingua: è puro delirio. E questa è la versione semplificata in pinyin, per neanderthaliani. I cro-magnon vanno all'università, che vuol dire quattro ore di lezione al giorno (proibito interrompere, far domande e sono previste bacchettate per i disattenti, sul serio), più 30 ideogrammi al giorno da memorizzare e scrivere, il che vuol dire altre quattro-cinque orette di compiti a casa tutti i giorni. Il mio invece è un corso per mollaccioni: tre volte a settimana, non leggo e scrivo se non gli ideogrammi base e devo imparare solo una ventina di parole alla volta. Sconforto totale. Ma perché faccio 'ste cose, invece di fare maratone di shopping come gli esseri umani normali? 

Masochismi.

Domani prima lezione di cinese. Brrr

Più bianco non si può.

Post per femmine, vi avverto prima. 
La parola magica per creme e prodotti di bellezza non è "idratante" e neanche "nutriente" o "levigante". E' "whitening". Intere linee di prodotti locali ma anche tutte quelle occidentali, da l'Oréal a Dior, hanno dentro il mitico agente sbiancante. E naturalmente anche latte, tonico, maschere ecc. Probabilmente le lampade abbronzanti le tengono nei club sadomaso. Quanto a me sparirò, claro.

sabato 25 ottobre 2008

Cronache di Narnia - seconda parte

Venerdì 25
-S si sveglia all'alba per fare jogging. All'alba e 07 collassa a terra per l'inquinamento.
-Incontro informale con il ministro degli esteri cinese, estremamente seccato per il premio Sakharov andato al dissidente perseguitato Hu Jia. S solidarizza dicendo che il più seccato è lui, che meritava il premio da anni visto che è perseguitato da stampa e magistratura comunista. L'interprete traduce con "l'occidente non dovrebbe giudicare la politica interna di un paese così complesso"
-Pranzo ufficiale. S si lamenta se non si può fare qualcosa per togliere l'onnipresente sapore di aglio. L'interprete traduce con "posso avere molta ma molta più salsa piccante su questo piatto?"
-Il vertice è al termine. Per stemperare la serietà dell'atmosfera, S comincia a raccontare la barzelletta del cinese che sta riducendo sul lastrico un italiano, un francese e uno spagnolo. Non riesce a terminare perché l'interprete confessa di avere ucciso Meredith, qualunque cosa pur di levarsi da questo qui, la pazienza ha un limite. Trambusto. L'interprete viene prontamente trasferito nelle miniere di sale di Golconda.
-Saluti finali. S riparte per il Kazakistan, pardon l'Italia.

venerdì 24 ottobre 2008

Cronache di Narnia - prima parte

Sono gli Eventi Eccezionali a fare gli eroi. La casalinga di Pechino poteva tirarsi indietro di fronte alla Storia? Certamente no. Sfidando censure e difficoltà di ogni tipo, ecco quindi il resoconto non autorizzato della visita di SilvioB (da qui in poi S) in città per il vertice asem. 

Giovedì 24 
-S sbarca dall'aereo, scende la scaletta e osserva che sembra di stare in Cina. Quando Romiti gli fa osservare che infatti è proprio quella, S fa dietrofront e cerca di riguadagnare i gradini due a due. Quando Tremonti gli aveva detto che il summit era dai comunisti, aveva capito Russia. Ormai è troppo tardi e pare brutto. L'interprete traduce "okkazz" con "sono molto contento di essere qui"
-S odia da sempre la Cina perché cucinano con l'aglio tutto il tempo, le donne non arrivano alla terza neanche col push-up e tutti preferiscono Baggio a Sheva. Ah, e poi son comunisti, certo.
-Scambio di doni augurali: S ha portato una cravatta di Marinella, e quando in cambio riceve un prezioso aquilone, tenta di annodarselo al collo.
-S viene portato a vedere il Mausoleo. Di fronte alla mummia imbalsamata del Grande Timoniere, S osserva che lui si tiene su molto meglio e comunque la sua cappella funebre ad Arcore l'ha fatta Cascella, mica laqualunque. L'interprete traduce con "una visione emozionante"
-S si entusiasma per l'enorme spazio vuoto di Tian an men e progetta già di comprarlo e farci Milano 12, con città proibita zona vip. L'interprete gli spiega che è un bene nazionale collettivo e inalienabile. S dice che non capisce il cinese, sorry. 
-Alla cena di benvenuto, S chiede se poi si va in vita da qualche parte tipo al Gilda. Tutti lo guardano interdetti e gli tocca spiegare che lui è un amante del canto, delle danze, della compagnia e delle belle donne. 
 -S viene quindi portato all'Opera di Pechino, dove resta inchiodato per le cinque ore successive.

Lo stretto indispensabile.

Ehm, non so come dire a Bree che la casa è senza forno. Lei non s'è accorta di nulla perché siamo ancora senza scatoloni e quindi ancora senza teglie da, guantoni da, stampi per biscotti, stampi per soufflé, mattarello, taglia pasta, carta da, pietra in terracotta per cuocere la pizza in, tortiere da (con e senza cerniera). Quella pazza ha spedito pure la griglia raffredda-torta. Appena lo scopre mi ammazza, sicuro.  

giovedì 23 ottobre 2008

Grazie Andy?

Recensendo un'interessante mostra a New York "Arte e Cina rivoluzionaria", Richard Bernstein sul NY Times si interroga sulla oddity di un paese visceralmente anticomunista che ora sborsa bei dollaroni per accaparrarsi bellissimi poster di propaganda maoista. Chiedendosi come mai nessuno si faccia il minimo problema, cosa che succederebbe probabilmente collezionando immagini della meglio gioventù ariana o ritratti di baffone Stalin, Bernstein conclude che l'immagine visiva di Mao, a partire dalla celebre serie di Andy Warhol del '72, si è ormai trasformata in un'icona, completamente scollata dal ruolo politico e storico del personaggio. La definisce panda-izzazione della Cina, cioè la traduzione visiva di una dittatura per tanti versi brutale e terribile in immagine colorata e pop, proprio come il panda, che in realtà è  piuttosto feroce e non proprio quel peluche con gli occhioni neri che sembra. Collezionate ma non dimenticate, ammonisce.
Questo comunque dimostra che quando ci si mette, l'arte può cambiare il mondo. Oh, yea. 

Visitors

Scusate, non vi pare che io e Bree, qui non si abbia già abbastanza problemi? Pure il caro leader dovevate mandarci?

mercoledì 22 ottobre 2008

Nostalgia canaglia

Commozione. Trovo in un supermarket della polenta Valsugana precotta pronta in cinque minuti e mi metto quasi a piangere. In Italia l'avrei sdegnata (naturalmente io e Bree abbiamo il paiolo in rame e soffriamo sudando come bestie per almeno 45 minuti, mica siam lì a divertirci).  Qui ne compro tre confezioni, non mi importa se è al plutonio.

martedì 21 ottobre 2008

Vista Escher

Il nuovo grattacielo della tv di stato, uno dei più avveniristici e controversi di Pechino, progettato dallo studio archistar di Rem Koolhaas. Terminato a tempo di record, potrei vederlo dalla finestra se nel frattempo non mi avessero costruito un altro grattacielo davanti, grr. 
Non potremmo farci prestare le maestranze per un mesetto e completare tutte quelle cosine rimaste in sospeso tipo la Salerno-Reggio Calabria,  varianti di valico, ecc?

...The voice!

...Ops, a proposito di suoni, ho scoperto che con la pronuncia inglese che usa qui, il mio nuovo nome più  che Prince richiama Sinatra. Niente contro il vecchio Frank, comunque.

domenica 19 ottobre 2008

The blogger formerly known as

Dagli anni '80 i cinesi che hanno rapporti di qualche tipo con l'Occidente, non so se per praticità o perché stufi di sentirsi storpiare il loro,  hanno cominciato ad aggiungere un nome occidentale a quello originario. Tipo  Weiwei/Serena o Yang/Jason.
Il fatto è che si aspettano lo stesso da noi, giustamente. Mi tocca quindi scegliere un nome cinese, che naturalmente non si può scegliere a caso, deve essere il più possibile foneticamene simile al mio. E quindi.... Ma Wei, dove Ma vuol dire cavallo e Wei per fortuna non vuol dir niente, ma suona bene (Mi vedevo già alle presentazioni: "piacere, Cavallo Pazzo" "molto lieta, "Ronzino zoppo").
Adesso devo solo imparare a scriverlo. Ce la posso fare. Solo due ideogrammi. Il mattino ha l'oro in bocca il mattino ha l'oro in bocca il mattino ha l'oro in bocca...

giovedì 16 ottobre 2008

Du coté de Sanlitun

Ebbene sì, il mio momento proust de noartri è finalmente giunto: serata all'ambasciata per l'arrivo di Maramotti (Max Mara), che inaugura qui una sua mostra. Naturalmente capetti e accessori sono ancora dispersi e la mamma al telefono, alle mie lamentele, ribatte con un "non preoccuparti, tesoro, brillerai per la tua intelligenza" che farebbe venire un travaso di bile a qualunque ragazza privata dei suoi vestiti da tre settimane (e, mamma, ti ricordo che in quanto tale una frase tipo "non preoccuparti tesoro, prendi la carta di credito di chi ti ha ficcato in questo increscioso pasticcio e svenalo" sarebbe stata certamente più adatta).
Comunque sono troppo curiosa per darmi malata. Investo quindi una cifra vergognosa per andare da "Eric de Paris" a farmi i capelli (ho sentito che tutte vanno là), spacchetto le perle, mi ripeto come un mantra quanto sono fortunata ad avere un solo vestito da mettermi invece dei soliti tragicomici sta-meglio-questo-o-quello davanti allo specchio e via. 
Ah, naturalmente il mio unico paio di collant si è appena sfilato su tutte e due le gambe, ovvio.
L'ambasciata è a Sanlitun, il secondo quartiere diplomatico, un edificio in stile coloniale anni '50, qualunque cosa voglia dire. All' arrivo mi prende il panico: ho le scarpe sbagliate; sono tutte più eleganti di me, a parte alcune carampane in taffetà e velluti cangianti che statisticamente infestano questi ritrovi; non conosco un cane; se anche lo conoscessi, farei sicuramente delle orrende gaffes che causerebbero la terza guerra mondiale. Bree, l'entità demoniaca che mi possiede, sta già dicendo che lei sarebbe rimasta a casa piuttosto che fare un début così disastroso. Finché la vecchia punk che è in me non torna alla luce e lì, sulla porta, capisco che una cosa sola può salvarmi: il metodo Belushi, ovvero la scuola del 'Fanculo-rock'n roll, sostenuta da tutto l'alcool che può capitarmi a tiro. 
E funziona! La serata passa indolore, svuoto bicchieri, conosco un po' di gente. Alcuni sono anche simpatici. Ricevo un monte di biglietti da visita, qui usa molto. L'Ambasciatore mi dice benvenuta e fa persino cin-cin con il mio bicchiere, mostrando signorilmente di non dare peso ad alcuni miei post. Un attaché mi attacca un bottone sugli stili architettonici delle ambasciate italiane nel mondo, una gallerista mi parla di una performer coreana. E soprattutto incontro tante persone innamorate di questo paese straordinario, nel bene e nel male. Il che è comunque un bell'auspicio per cominciare a viverci, ammetterete.



martedì 14 ottobre 2008

Ultime notizie!

Ogni giorno alle 17 arrivano i giornali: South China Morning Post, di Hong Kong; l'International Herald Tribune e il Wall Street Journal. Se c'è qualche articolo particolarmente sgradito ops, saltano, cosa che a onor del vero finora non è mai successa. Il China Daily invece arriva ovviamente di mattina, visto che è il giornale di Stato. L'Italia da qui sembra, anche giornalisticamente parlando, molto lontana. In 15 gg due articoli: uno sui casi "inspiegabili" di morbo di Gering fra i calciatori italiani (sospetto solo perché si parlava di una partita benefica della fiorentina a cui è intervenuto anche Baggio, che qui è considerato più di Pelè o Maradona). Un altro oggi, molto serio e circostanziato: "Series of attacks on immigrants stocking fears of a 'racism emergency' in Italy"  - http://www.iht.com/articles/2008/10/13/europe/13italy.php
Imbarazzo Totale. 
 

lunedì 13 ottobre 2008

Tricotrip

I parrucchieri qui sono veramente avanti. Per lavarti i capelli ti fanno sdraiare su una specie di lettino, così non ti fa male il collo. Se vuoi, ti massaggiano la testa per 20'. Ogni acconciatore (lo so, si dice stylist, ma io sono una retrò), ha uno schiavo che gli tiene la spazzola. Si chiamano fra di loro con l'auricolare. Alcuni hanno anche la vip room, giusto nel caso Madonna capitasse in città, I suppose (a me non l'hanno offerta, ovvio).

sabato 11 ottobre 2008

X-Files

Un'ora di taxi per giungere qui, compilare un modulo in cui si dichiara di non avere aids, tbc, tossicodipendenze varie, e vabbé. Poi esame del sangue, raggi x, elettrocardiogramma, visita oculistica, visita medica generale. Tutto questo come preliminare per ottenere la residenza a Pechino. Impronte? I leghisti vengano qui a imparare come si fa, sul serio. 
Quanto a me, è stato molto istruttivo, nel suo orrore. Stringere in mano il mio passaporto- lasciapassare, in una lunga fila di laowai, stranieri. Sorridere a medici indifferenti e impassibili nell'istintivo, goffo tentativo di ingraziarmeli. Precipitare all'indietro (ma poi tanto?) nella Storia. Sentirmi per tre ore rom, curda, ebrea, palestinese, immigrata estranea, inferiore, altra, alien appunto. All'uscita il cartello non mi fa più ridere.

A buon ambasciator...


Probabilmente per intercessione del Nunzio Apostolico, dall'ambasciata sono arrivati ben tre inviti di fila, più seratona di gala con ballo (no, a ripensarci non credo che il Vaticano sponsorizzi lascivi trenini di gente che canta BrigitteBardò-Bardò). Dev'essere stata la mia vibrante e pacata protesta di due post fa. 
Adesso basta che la Fata Madrina mi crei un capetto dei suoi da qualche cavolo cinese, o che in alternativa arrivino i miei scatoloni. Stai calma Bree, c'è un sacco di tempo. Bidibibodibibù.

giovedì 9 ottobre 2008

I giardinetti sottocasa


Questo luogo surreale è "The Place", il centro commerciale dietro casa che vanta lo schermo led più grande del mondo. All'interno, ristoranti, parrucchieri, "Miss Sixty", "Fornarina" e tanti altri bei negozietti da sedicenne.

mercoledì 8 ottobre 2008

Mondanità

E' arrivata una busta: 
L'Ambasciatore d'Italia e Signora, Il Presidente della Fondazione Roma, Prof. Avv. Xy e l'Amministratore Delegato di China Italy Museum League, Mr Yz, hanno il piacere di invitare il Sig. ...a un pranzo buffet il giovedì 9 ottobre alle 19.
No, un momento. Manca l'... e Signora, che sarei poi io. Sarebbe a dire che non sono prevista? Che l'Ambasciatore fa una seratina per soli uomini, pokerino e birrette? Cerco di ricordare se la mia collezione di galatei (sì, e allora? C'è gente che colleziona trofei di alci e si candida pure alla vicepresidenza), prevede questa incresciosa situazione. Ideona:
Egregio Ambasciatore, Ella non sa forse che 
-il Sig. da Lei invitato ha una moglie, sposata pure in chiesa (nel caso fosse presente il Nunzio Pontificio)
-la suddetta ha caricato 37 cartoni dall'Italia (peraltro mai giunti a destinazione) di cui parecchi stipati di capetti, proprio pensando a situazioni come quella da cui Ella mi ha testé escluso.
-la suddetta ha altresì spedito scarpe scomode, stole assurde e trousses da sera, per risultare impeccabile nelle situazioni di cui sopra.
-Se la cosa si ripete, Ella è davvero un xxxx xxx xxxx xxxxx x xxxxxx
distinti saluti ecc.

PS. E poi tanto non ho ancora la babysitter. 

Muuuh!

Il latte fresco di mucca è raro, ancora di più dopo lo scandalo del latte in polvere. Quindi mi sento una vera furba buttando l'occhio in ogni supermercato che incontro e acquistandone uno o due confezioni. Il mio QI è precipitato stasera, quando ho scoperto che tutte e cinque erano scadute, alcune da diversi giorni. Il principio base per il consumatore qui, sembra essere un bel "cazzi tuoi". Se penso al trattamento da cerebroleso che ti riservano negli States per paura di cause miliardarie ("caution:wet floor" e simili), siamo proprio agli antipodi. 

lunedì 6 ottobre 2008

Cattiva maestra

Ma per il palinsesto di Raisat qualcuno ha mai chiamato Amnesty? E' agghiacciante, sul serio. 

SOS Omino giallo

Anche volendo non potrei muovere un dito. La mia gigantesca lavatrice è completamente automatica, butti dentro il bucato e lei calcola il programma da impostare: un prodigio della tecnica che riesce contemporaneamente a rovinare la roba senza intaccare minimamente lo sporco. Così esce tutto bello sfibrato e con i pallini, e le vecchie macchie tranquille al loro posto. Sembro la parte sinistra di uno split screen di spot da detersivi, quello con la casalinga scema che si dispera sul suo bucato finché quella stronza perfettina sulla parte destra non le dà una mano col detersivo giusto. Ehm, c'è nessuno lì a fianco?
 -E, sì, Bree, naturalmente che le pretratto, le macchie. 
Dev'essere quello stupido detersivo organic (sia chiaro che non l'ho comprato per il rispetto dell'ambiente, ma solo perché era l'unico ad avere una maledetta scritta in inglese). Prossima volta intendo inquinare l'intero Fiume giallo con un detersivo vero. Appena capisco qual è, give me time.

domenica 5 ottobre 2008

La moda è una cosa seria

http://www.iht.com/articles/2008/10/03/style/rgypsy.php
http://www.iht.com/articles/2008/10/02/style/rstella.php
Si può parlare di impronte ai bambini rom nell'alta moda e criticare l'uso che le grandi griffes fanno dei loro talenti creativi?
Siderale distanza fra le pagine moda dell'International Herald Tribune, acute, critiche, colte, e le nostre vaghe elucubrazioni dalle cartelle stampa delle sfilate, e guai a dire qualcosa di men che lusinghiero. Pare che da noi non si possa scrivere seriamente di moda perché se no gli stilisti non danno più le pagine pubblicitarie alla testata, mi spiegano. E perché continuano a darle all'HT, allora? Il controllo è più forte perché le griffe sono italiane e giocano in casa, come il Vaticano?

Sex and the city 2

Sex and the city 1

sabato 4 ottobre 2008

Bestie e altri animali

Nella patria del panda gigante si può forse evitare di vederlo live? Certo che sì, basta non avere figli. Eccomi quindi allo zoo, in fila per un biglietto che prevede un extra per chi vuole vedere gli adorabili orsetti juventini.
Che si rivelano tre enormi e scazzatissimi pachidermi protetti da un vetro e bersagliati da flash impazziti. Sembra che tutta Pechino sia qui allo zoo: intere famiglie fanno picnic sui prati, passeggiano mangiando snack che manderebbero all'altro mondo persino me (la cosa più sana sembra un bisunto spiedino di polipo fritto) e, ovviamente, guardano gli animali. Almeno finché non si voltano e vedono al mio fianco le due "yang wawa" (bamboline forestiere): a quel punto non c'è rinoceronte o canguro che tenga, l'animale esotico viene prontamente dimenticato e scattano i flash sulle due poverette. Valuto l'idea di far pagare un biglietto extra extra ai fotografi, poi soprassiedo e utilizzo la situazione per ricattare le bestie, che alla minaccia "svelte o vi lascio in mezzo ai fotografi" mi seguono ubbidienti per tutto il dì. Fantastico.

giovedì 2 ottobre 2008

I-keee-ah!





Nel patetico tentativo di trasformare lo squallore totale della nuova magione in raffinata semplicità zen, decido una spedizione all'Ikea. Per fortuna il capannone blu è praticamente dietro casa, quindi con soli 30' di taxi ce la caviamo. 
All'ingresso scopro che nel chiaro intento di evitare rivalse del Bago, hanno oscurato i vetri della gloriosa'500 che poi han rifatto rossa, ça va sans dire.

L'Ikea è come tutte le ikee del mondo, ma doppiata: ogni cosa è in inglese+ideogrammi, praticamente il sogno dell'expat, una vera pacchia. Salendo le scale mobili, elaboro una veloce teoria panlinguistica secondo la quale basta pronunciare con molta enfasi le sillabe svedesi dei mobili per avere una perfetta pronuncia cinese di qualcos'altro (cosa lo vedrò poi, non è che si può imparare il cinese così in un giorno). Provate anche voi: Ek toorp, Viii kaa, fantastico!

Le altre sensibili differenze sono che qui, probabilmente grazie al costo zero, il negozio rigurgita di personale. E' pazzesco, a Corsico non trovi un cane neanche se fai un voto a PadrePio e qui quattro solo al reparto lampade? Comincio a pensare che abbia ragione Tremonti.

L'altra cosa stranissima è che all'interno dei vari ambienti la gente ci vive. O almeno, questa è l'impressione, dato che incrocio diversi soggetti che dormono stravaccati sui divani, davanti a tv finte, con panini e cocacole appoggiate sui tavolini. No, ma intere famiglie! Oltrepasso addirittura un ragazzino che dorme con la testa su un tavolino, dove stava facendo i compiti!

Il reparto self-service è un delirio. Non solo perché non si capisce se lo sgabello Benjamin è al khjwrp 7 xzwe 12 o viceversa (come avrete arguito, sciopero dei doppiatori, qui sotto). Ma anche per la presenza insistente di signore che chiedono soldi o offrono servizio taxi abusivo per trasportare le cose. 

In qualche modo se ne esce, e poiché il servizio trasporti si rifiuta di consegnare alcunché prima di due gg., usufruiamo del pratico ed efficiente furgoncino privato di cui sopra, che ci scarrozza a casa senza rompere neanche un bicchiere. E ora, vai di brugola!