martedì 14 settembre 2010

Incontri ad alta quota.

Mi stavo concedendo un bel bagnetto immersa nella schiuma fino al collo quando improvvisamente ho incrociato lo sguardo attonito di un uomo.
Il fatto è che abito al ventinovesimo piano, quindi la cosa non dovrebbe teoricamente succedere. Ma oggi era anche il giorno del bagnetto alle finestre, come puntualmente avvisato in cinese e in inglese nella bacheca di fianco all'ascensore, dunque vari omini appesi alle loro liane erano lì pulendo vetri coscienziosamente. Ho abbassato di colpo le stecche della veneziana, poi mi sono chiesta quanto mi stia abituando a vivere lontano da terra in tutti i sensi, questa distanza siderale (linguistica, culturale, economica e persino appunto, per così dire, metrica) che mi stacca e mi separa dal resto del mondo reale.

lunedì 6 settembre 2010

Chiamatemi Ismaele.

Domenica 5 ottobre, in onore del Presidente del Cne...
Lunedì 6, per l'inaugurazione della mostra sul Futurism...
Martedì 7, in occasione della visita di Prod...
Mercoledì 8 cena per festeggiare...

I cartoncini, le mail, i biglietti mi includono graziosamente come "...e signora". Da un pezzo ormai non ho più nome né cognome. Comincio a pensare di non averlo mai avuto. Comunque qui non conterebbe, non serve affatto. Le rare volte in cui mi presento da sola con il mio nome e il mio cognome (ma sono proprio sicura di non essermelo inventato?), vengo guardata con lieve sorpresa, con un'ombra di disapprovazione: perché rendere la vita più complicata a chi già deve memorizzare tante cariche, facce e abbinamenti? Più spesso vengo chiamata con il mio nuovo marchio registrato "e_signora"®.
E_ signora® esclama che è lietissima, encantada, nice to meet you. E_signora® stringe la mano alle signore e porge la mano ai signori, che accennano deliziosi baciamani vecchio stile.
Quando proprio è di cattivo umore, e l'eco del suo vecchio inutilissimo nome le pulsa molesto come il ricordo di un malditesta, e_signora® mormora 'fuck you' affogandolo nel suo miglior sorriso. Non se ne è mai accorto nessuno.

Scusate il ritardo.

Davvero, lo so che avevo detto metà agosto. E' che sono ancora sotto shock: sono tornata con un overluggage leggendario, commutato dopo tammurriata nera al banco Lufthansa praticamente nel costo di un altro biglietto aereo.
Per giunta durante il viaggio si è rotta la preziosissima teglia di Montetiffi che sarebbe servita per fare le piadine. Quest'estate Bree si era impuntata: dico, a Pechino vorremo mica mangiare il salume coi tacos e le tortillas? Alle mie deboli rimostranze sul fatto che mai avevo fatto piadine e non sono nemmeno romagnola, Bree ha ricordato che cucino ottime paste con le sarde senza essere siciliana, se è per questo, e che con la sola, vera originale teglia in terracotta comprata apposta durante fiera gastronomica nel forlivese, sicuramente sarei stata in grado di produrre qualcosa di edibile (il tentativo di dirottarla su teglia in metallo non DOP reperibile vicino casa è ovviamente fallito).
Per portare la pazzia fino all'estremo, as usual, mi è toccato imbarcare pure un sacchetto di crusca, per pretrattare la teglia prima dell'uso (come si dice 'crusca' in cinese? Appunto).
Quando ha visto i tre pezzi di terracotta, Bree ha cominciato a urlare che avrei dovuto metterla nel bagaglio a mano (e il computer? E la macchina fotografica? Dettagli irrilevanti)
Insomma tiene il broncio, e i cocci, da un mese