martedì 27 marzo 2012

Quando potrò uccidermi, Maestro?

Quella di oggi, nella solita aula magna dell'Istituto di cultura, sembrava una lezione di tai qi come tante. Anzi, pure un po' meglio del solito, visto che una volta tanto ero riuscita ad arrivare in anticipo e mi sentivo agile, fluida e rilassata. Condizione interrottasi bruscamente all'arrivo di due carabinieri che si sono piazzati ai lati della porta d'ingresso.
Non so voi come state messi a calma zen, ma personalmente esibirmi di fronte a forze dell'ordine in divisa impeccabile mentre il mio abbigliamento sta fra il trasandato e il succinto e con i capelli... be', lasciamo stare i capelli, insomma, la faccenda mi mette rapidamente in crisi totale.
Cerco di capire se è un diabolico trucchetto del mio maestro per destabilizzarmi e vedere se so ripetere tutta la sequenza di 84 mosse in condizioni di stress ma no, non può essere. Non credo nemmeno alla libera uscita delle truppe che avranno pur bisogno di svago, porelli, e dunque perché non farsi due risate alla faccia nostra? Ma i due rimangono impassibili, quindi nemmeno. Comincio a pensare a ipotesi stile Pinocchio ("ehi! Ma non ho rubato nessuna moneta d'oro, brigadiere, lo giuro!"), quando Sua Eccellenza The Ambassador entra, seguito da un piccolo drappello di gente.
Finalmente l'illuminazione: stanno ispezionando ogni angolo in attesa dell'illustrissimo visitatore atteso nei prossimi giorni, ovvero Montyphython. E càspita, proprio durante l'esecuzione de la tigre che si accuccia e poi salta sulla preda, mossa plastica e suggestiva se eseguita dal maestro e alquanto ridicola in tutti gli altri casi!
Lo sguardo di Sua Eccellenza è un giusto mix di sorpresa e vago disgusto, io vorrei scavare sotto il parquet e seppellirmici. Maestro, non è che potrei eseguire la sparizione in volo della fenice? No eh? Magari un seppuku?