mercoledì 26 agosto 2009

Ich bin ein Beijinger.

Visto che ormai sono una vera pechinese, ho deciso di migliorare la qualità della vita, o di chiuderla del tutto vedremo. E' che sto sviluppando una feroce intolleranza all'uso dei taxi, la macchina qui è un affare complesso e quindi rimangono le due ruote. Ora, cosa c'è di meglio che andare in bici a Pechino, direbbe il romantico, giusto un attimo prima di essere stirato sulle strisce pedonali da un camioncino in contromano. Perché qui il traffico è, come dire, anarchico. In città vengono immatricolate 1000 auto al giorno, le sei enormi circonvallazioni che circondano Pechino e sono le principali vie di scorrimento sono intasate di macchine dalla mattina alla sera, e le pur onnipresenti corsie riservate alle bici sono spesso e volentieri preda di sidecar impazziti, camioncini stracarichi, pulmann turistici ecc.
Ah, e la svolta a destra è sempre consentita, che il semaforo sia rosso oppure no.
Ma insomma, ormai ho deciso, e quindi entro impavida nel fantastico negozio di biciclette "Giant", rinomata marca taiwanese. Qui la scelta è davvero ampia: mountain bike, city bike, olandesi, in alluminio, in acciaio, elettriche... Naturalmente la vostra eroina non è in grado di percepire la minima differenza e, come nelle più trite barzellette maschiliste da Settimana Enigmistica, riesce solo a pensare quale colore si adatterà meglio a tutte le sue scarpe.
Ne esco orgogliosa proprietaria di una splendida bici grigia che mi è costata un terzo di quanto ho speso per il lucchetto. Vedremo quanto dura, o quanto duro io, dipende.

2 commenti:

Federica ha detto...

forza Mavi! il numero di pedoni stirati sotto a Pechino è stato persino oggetto di un interessantissimo servizio sul TG1, pensa un po'..
cmq se ho imparato io ad andare in bici persino con l'ombrello (a Parma si usa)...
baci

Esmé ha detto...

semple meglio che motolino a Milano.