giovedì 9 dicembre 2010

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Penso che non arriverò mai più, e in un certo senso ha smesso di importarmi. Il paesaggio si è progressivamente rarefatto, poi scarnificato, infine semplicemente esaurito, come un bambino che si è stufato di disegnare.
Una pietraia senza fine, la macchina ogni tanto aggira buche troppo fonde, persino l'autoradio ha smesso di lamentarsi. Ogni tanto il nulla è interrotto da un posto di blocco: i pass delle guide e il mio passaporto ribaltati come se nascondessero un ribelle piegato a origami che non vede l'ora di scappare in Nepal. Ore fa fuori dal finestrino c'erano degli yak e rarissimi villaggi, ma è stato molto, molto prima. Sta calando la luce, fa sempre più freddo. Che ci faccio qui, si chiederebbe il buon Chatwin.

"Ciò che dà valore al viaggio è la paura. È il fatto che, in un certo momento siamo tanto lontani dal nostro paese... siamo colti da una paura vaga, e dal desiderio istintivo di tornare indietro, sotto la protezione delle vecchie abitudini. Questo è il più ovvio beneficio del viaggio. In quel momento siamo ansiosi, ma anche porosi, e anche un tocco lievissimo ci fa fremere fin nelle profondità dell’essere... Ecco perché non dovremmo dire che viaggiamo per piacere. Non c’è piacere nel viaggiare e io lo vedo come un’occasione per affrontare una prova spirituale... Il piacere ci allontana da noi stessi, come la distrazione nel senso pascaliano ci allontana da Dio. Il viaggio che è come una scienza più grande e grave, ci riporta a noi stessi."

Le parole di Camus sono la cosa più vicina a una risposta che riesco a trovare.
E un secondo dopo l'auto si ferma davanti a un filo di ferro teso a chiudere la strada. Una tenda da campeggio rossa sul fianco della montagna "Nobile e gli eroi della!" penso automaticamente, grata di avere allucinazioni familiari, ma è solo l'ultimo controllo passaporti. Non è nemmeno un soldato cinese, stavolta, è tibetano: nessun altro essere umano potrebbe resistere qui. Tira via il filo e mi fa cenno di scendere, scendo.
Mi indica qualcosa. Eccolo.

4 commenti:

Zion ha detto...

marò.

Unknown ha detto...

Che bello. Certi paesaggi valgono tutta la paura di Camus.

Federica ha detto...

che belle foto che fai Mav (non è una novità per me) e sono solo un valore aggiunto al testo (bellissimo). Io ti leggerei sempre, pubblichi?
baci

KillingTime ha detto...

Yess. Altro che Chatwin, ragazza. Non ti fermare, please ;)