venerdì 14 novembre 2008

Il comunismo è vecchio o vintage?

Ehm, mi vergogno un po' a scriverlo, ma dopo 18 anni a Milano per la prima volta sono stata a una sfilata. Qui a Pechino. Ovvero Donatella (se chiedete donatellachi? cambiate post), ha fatto una megadonazione benefica per la ricostruzione di una scuola vicino Chengdu, devastata dal terremoto la primavera scorsa. Segue viaggio per constatare lo stato dei lavori, e già che era qui, vuoi non fare due pr approfittando del ritorno mediatico? Quindi sfilata vera, e la vostra casalinga si ritrova nell'ennesimo momento panicoso da oddìochemmemetto. Questi sono i momenti in cui un'amica ci vorrebbe proprio. Qui dispongo solo dei preziosi consigli di una fashion consultant che indossa tutù di tulle rosa anche sui Lederhosen, e di una piccola punk il cui idolo fashion è Capitan Uncino (che poi magari da grande diventa Galliano, hai visto mai...)
Insomma, in qualche modo mi vesto e mi ritrovo in pieno cliché, in una location glam, bersagliata da stuoli di fotografi e circondata da pr isterici. Metodo Belushi anche qui, è l'unica. Ho un prestigiosissimo posto praticamente front row. Davanti a me, solo una meravigliosa coppia (e ce credo, scoprirò dopo che lei è Zhang Yi). Con vero orrore noto che ovviamente chi non è in nero è in fuchsia/viola e il mio bel capetto è semplicemente oh, so last season. C'è una percentuale imbarazzante di donne meravigliose che hanno almeno quindici anni e quindici chili meno di me. C'è la solita fauna di fashion editor, qui in salsa asiatica. C'è naturalmente molto botox e molti zigomi, il che un po' mi consola (qui però la tetta rifatta non va per niente, bizzarro). Il vippame local è di un cafone imbarazzante, e comincio a fantasticare di prossime Tamarriadi con podio conteso fra Russia, Cina e Bahrein. Gran finale con Donatella che caracolla su tacchi giganti, backstage del viaggio lampo a Chengdu dove bambini festanti e commoventi il giusto, ringraziano nostra signora della medusa che sorride ieratica come la Salomé di Lartigue.
Ah, dimenticavo l'asta benefica a supporto della sfilata: viene battuto un orribile orologio biancooro incrostato di diamanti, roba da far vergognare i Sopranos; un weekend a milano ospiti da Donatella per vedere dal vivo il backstage delle sfilate e robe così. Smetto di respirare per cinque minuti, ferma ferma, per il terrore che il banditore urli: "...and, three! Twenty thousand$ from the fat lady with the old dress!" 
Il dopo sfilata è una cena di gala nella città proibita. Entriamo in uno dei magici palazzi imperiali, dalla cui terrazza si dòmina il mare di tetti degli altri antichi edifici silenziosi. Sulla parete rosso scuro è proiettata l'effigie gigante della maison, e davvero pensare a queste mura che tanti imperatori e tanta storia hanno visto passare, e ora si vedono noleggiate e svilite così, ecco, fa un po' tristezza. Non posso neanche dire che Mao si rivolterebbe nella tomba, dal momento che il suo salmone imbalsamato giace a 400mt in linea d'aria. Insomma, qui il comunismo è proprio morto, ma tutt'altro che sepolto.




3 commenti:

Anonimo ha detto...

Almeno tu vedi un po'di mondo... per quanto la Donatella....anche la decandenza lì è più "importante" qui è tutto più povero, più piccolo, più triste, più sporco (e comunque tocca andarci). Una comunità di expats de noantri. Con ambasciatori in disarmo e vestiti che... stendiamo un velo!!!!!!!! Pensa che i rapporti della CIA ci danno come 4° mondo...

E poi noi signore non siamo mai in sovrappeso!!! Siamo formose! E noi italiane siamo SEMPRE eleganti... ;-)

sergio ha detto...

ecco, in queste occasioni scatta la vera invidia, come per quei miei amici ospiti d'onore alla fiera mondiale del bowling di las vegas...

Mav ha detto...

Leggendo i due post di seguito ho un'ideona: Fiera mondiale del bowling in Nepal. EH???? Altro che moda!

Quanto alle cicce, se come diceva Wallis Simpson, una donna non è mai abbastanza ricca, né abbastanza magra, la cosa vale doppio durante le sfilate, temo.